NEUROSCIENZE “NEUROSCIENZE ANEMOS” GEN-MAR 2015. ANNO V, N. 16.

NEURONEWS

di redazionale

Un aiuto per tornare a vedere

Si chiama Horus ed è un assistente meccanico con telecamera e voce guida

 

Un nuovo aiuto per ipovedenti e ciechi arriva da tre studenti universitari di Genova. Si deve a loro, infatti, la creazione di Horus, un assistente meccanico, che fornisce la percezione di ciò che si ha intorno grazie a una mini telecamera, un programma che vede il mondo circostante e una voce guida che racconta ciò che vede. Non solo, Horus, chiamato come il dio egizio dalla vista di falco, permette di leggere un libro o un segnale stradale e di evitare gli ostacoli grazie a particolari applicazioni.
Ideato da Saverio Murgia, laureato in ingegneria biomedica, Luca Nardelli, ingegnere biomedico e commercializzato da Benedetta Magri, Horus è applicabile su ogni montatura di occhiali. Alla realizzazione del progetto hanno partecipato anche volontari dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Genova e Savona ai quali è stato chiesto quali erano le loro esigenze principali. È così emerso che il loro primo desiderio era di leggere un libro o la tabella con gli orari dell’autobus, il secondo, invece, sapere quai possibili ostacoli ci sono dal busto in su, cioè in quella zona non raggiungibile dal bastone.
Horus è un occhiale hi tech, leggerissimo (pesa 15 grammi) che funziona con telecamera, sensori di movimento, microfoni e attraverso un meccanismo che conduce il suono all’orecchio senza bisogno di usare le cuffie. Ad alimentarlo è una pila ricaricabile da tenere in tasca. Una voce racconta tutto ciò che vede e un apposito sistema di memoria permetterà di riconoscere i visi delle persone conosciute o in caso di sconosciuti di illustrarne le caratteristiche, come il colore dei capelli per chi non è cieco dalla nascita. Horus si presta a molte possibilità di personalizzazione, l’utente, infatti, potrà impostare la modalità che preferisce in base al bisogno, per esempio, di trovare le strisce pedonali o di leggere un libro.