NEUROSCIENZE “NEUROSCIENZE ANEMOS” APR-GIU 2015 ANNO V N. 17

EDITORIALI

di Editori

Una visione interdisciplinare critica

Editoriale del numero Apr-Giu 2015, anno V n. 17. Il tema del numero è la vergogna vista attraverso la psichiatria, la psicologia, la sociologia, con incursioni nella storia della letteratura. Vi è inoltre una giustificazione teorica dell’approccio interdisciplinare del periodico

 

Il tema di questo mese è la vergogna. I testi pubblicati in questo numero miravano a mettere a fuoco è un atteggiamento mentale e un comportamento sociale per certi aspetti caratterizzante della nostra contemporaneità. Per una panoramica più esaustiva rimandiamo all’Introduzione al tema a pagina 16 della versione cartacea/pdf.
Questo procedere per temi generali, concetti ampi, spesso familiari, ampiamente impiegati nella lingua quotidiana e quindi non sempre definibili con precisione, fa di «Neuroscienze Anemos» uno spazio, più che di ricerca, di proposta di discussione e punto di partenza per un dibattito. Rimane certamente la volontà divulgativa di alcune tematiche che altrimenti rimarrebbero confinate nella letteratura specialistica, ma si può tranquillamente affermare che questa finalità riveste la stessa importanza rispetto ad una proposta di dibattito problematico sui temi proposti.
Paradossalmente, proprio dall’incontro di autori, professionisti e operatori culturali che operano in ambito specialistico (e quindi concettualmente delimitato) che deriva una proposta di interconnessione critica tra il sapere e l’osservazione della società, dell’uomo in genere.
Questa esigenza di un sapere, o meglio di una visione, generale e certamente superficiale, risponde ad un’esigenza esistenziale e sociale al tempo stesso. Non è forse questo il concetto di formazione umana che si rivendicava in epoca rinascimentale? Non è forse una visione curiosa, non da specialisti, che fa del cittadino oggi un individuo critico, capace di capire il mondo che gli sta intorno senza cadere nelle semplificazioni e negli stereotipi?
Questa, forse, è l’epoca che più di ogni altra viene concepita come libera e sapiente. La rete e le comunicazioni globali contribuiscono a questa illusione. Una recente ricerca, del resto, mostra come proprio la possibilità di avere a disposizione una conoscenza potenzialmente infinita reperibile da internet crea l’illusione che porta a sopravvalutarci sul piano cognitivo. In altre parole, pensando di avere un archivio infinito a disposizione, ci riteniamo più sapienti di quello che in realtà siamo, non comprendendo lo scarto tra dati e comprensione degli stessi, tra fruizione passiva e sua visione critica.
I mass mediologi, inoltre, sottolineano come quantità non sia per forza qualità. Produrre notizie false, teorie curiose e inverosimili, persino promuovere metodi terapeutici non scientifici e dannosi, è diventata cosa facile nell’era del web 2.0. Ecco, dunque, ancora una volta l’esigenza di un approccio critico, informato ma non in modo passivo e da fonti che non fanno altro che confermare le nostre idee.
Una discussione interdisciplinare può contribuire a creare un atteggiamento più critico e prudente.

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